Il prigioniero politico Mikola Dziadok ha parlato delle minacce e torture nei suoi confronti

Alla seconda udienza, il blogger e l’attivista del movimento anarchico Mikola Dziadok ha parlato della sua detenzione: l’11 novembre sette agenti del GUBOPiK hanno fatto irruzione nell’appartamento attraverso la porta e la finestra. Hanno subito iniziato a picchiarmi, mi hanno messo le manette, cercavano di soffocarmi con un cuscino chiedendo la password del computer. Hanno minacciato di portarmi nella foresta e spogliarmi. Uno di loro ha detto: «Capisci che non uscirai più dal centro di detenzione?» Per costringerlo a registrare un video di riconoscimento della sua colpa, è stato portato in una dispensa e gli hanno spruzzato in faccia il gas al peperoncino.

L’avvocato ha detto che nel dipartimento di GUBOPiK, al ragazzo hanno spinto con la forza in bocca delle bottiglie con una miscela combustibile, che presumibilmente erano state trovate a casa sua, e le hanno applicate alle sue mani. È stato anche costretto a firmare documenti di cui non vedeva il contenuto.

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