Cronache della repressione in Bielorussia: un giorno – tante persecuzioni

Mentre va vanti la guerra scatenata dalle forze militari russe in Ucraina, il cui co-aggressore sono le autorità bielorusse, continuano in Bielorussia le repressioni contro i cittadini che parlano apertamente contro la guerra.

Anatol Sashunov è stato arrestato a Zhodzina per commenti nella “chat room estremista”. A Minsk è stato archiviato un procedimento penale contro la madre di tre bambini Volha Tomina per aver partecipato alle proteste in agosto. Il 6 marzo l’ex attore del Teatro Gorky Arseniy Sechko è stato arrestato a Minsk. Ha fatto un’osservazione ai poliziotti che trattenevano uomini ubriachi, per cui anche lui è stato trattenuto e picchiato. Ha tre costole rotte. A Minsk Dmitry Matyushonok è stato arrestato per il poster “No war”. Si dice che sia stato denunciato dal suo vicino. L’artista Ales Tsyrkunau è stato fermato per i nastri bianco-rosso-bianco e blu-giallo sulla sua camicia. Vitaly Boris è stato trattenuto per una copertina del passaporto. Il 10 marzo Tatsiana Dorts, che è stata arrestata per 13 giorni, è stata perquisita e il suo computer è stato confiscato. Dorts è stata arrestata il giorno del referendum per essere uscita in piazza con uno striscione che diceva “Gloria all’Ucraina”. Il 10 marzo il prigioniero politico Yegor Mikhailov è stato aggiunto alla lista dei terroristi. A luglio Yegor è stato condannato per aver dato fuoco ad un serbatoio, il quale non è stato nemmeno danneggiato. Il 10 marzo Alexei Morgunov è stato arrestato a Mogilev. La sua detenzione era legata ad un sabotaggio sulla ferrovia bielorussa.

Il 9 marzo il tribunale ha deciso di liquidare l’associazione civile “Radislava”. La loro linea telefonica, che poteva fornire supporto e a volte anche salvare la vita, ha cessato di funzionare. “Radislava” è un’associazione civica fondata nel 2002 a Minsk per aiutare le donne vittime di violenza domestica.

È iniziata la pressione sugli avvocati bielorussi che hanno firmato la petizione contro la guerra. Vengono convocati al consiglio per spiegarsi.

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